02 aprile 2008

Frammenti di memoria e anima

L'odore di quella stanza era estremamente fastidioso, avevo imparato ad accettarlo, ma non ancora a sopportarlo, sottile questione che tutto sommato poteva fare la differenza, e la faceva.
Aprire gli occhi e guardarmi intorno avrebbe aiutato ad inibire un minimo la percezione olfattiva, ma non lo potevo fare.
Per ricordare avevo bisogno di tenere gli occhi chiusi.
Trattengo il respiro per qualche attimo mentre nella mia mente si crea l'immagine di quel luogo tra sogno e realtà, tra mondo spirituale e mondo materiale.
Perché eravamo li?
Dovevamo scoprire qualcosa sulla natura di... qualcosa, in relazione a Belial.
Il punto è che qualunque cosa ci fosse non lo scoprimmo mai poiché distruggemmo tutto praticamente senza motivo, avventatamente prima di avere risposte, per poi trovare sulla via del ritorno un essere mastodontico che bloccava il nostro unico mezzo di trasporto.
Per un attimo sentii di nuovo l'odore della creatura, la fame e la furia della caccia, lampi di artigli rapidi squarciano la mia mente che ricorda il dolore, poi la quiete, la fuga.
Le immagini vorticano ancora, Chicago in fiamme, interi branchi distrutti, il popolo piegato in due e tradito da se stesso, improbabili alleanze che si formano e la persona che prima era solo una donna ora è diversa, è qualcos'altro.
Accarezzo il ricordo di quei lineamenti conosciuti che poi sovrappongono con lineamenti diversi, quasi alieni eppure appartenenti alla stessa donna.
Sento qualcosa che stringe nel petto all'improvviso, un dolore forte che mi trasmette un calore non desiderato che cresce dal cuore e trova sfogo lungo il mio viso.
Con profondo sospiro dischiusi gli occhi, la vista era appannata, la sua lettera in mano, stropicciata dall'usura; il suo odore nelle narici mi annientava l'anima.

12 marzo 2008

strani compagni di letto

Sapevamo che i veggenti del trono avevano dichiarato il loro dominio sulla città, ma fino all'esplosione della Union station non l'avevamo considerata una vera minaccia. Quel gesto ci fece ricredere, con un' azione chirurgica avevano praticamente eliminato dalla scena cittadina un intera tribù di licantropi, i pochi sopravvisuti non hanno potuto dare informazioni utili ad identificare gli aggressori;tutti erano spaventati non si riunivano più ed era difficile comunicare ed organizzarci, fortunatamente grazie alla mediazione di Ultima luce che splende dietro la nebbia uno spirito speranza che avevamo salvato da quello spazio tra i mondi sono riuscito a contattare molti branchi di uratha ed anche uno o due di puri l'idea non mi piace, ma con i tempi che corrono non possiamo essere schizzinosi, molti hanno accettato di collaborare e di incontrarsi nuovamente; nei giorni seguenti tutti i membri del gruppo avevano alcuni problemi da risolvere così spinto dal desiderio di sapere di più sul demone che si era manifestato in città e probabile burattinaio degli eventi seguenti mi reco a Freak On High Hills un paese a qualche centinaio di chilometri da Chicago dove Forcola sulla pista del cervo, uno sciamano nativo appartenente al popolo, avrebbe potuto illuminarmi purtroppo la soluzione non è semplice bisogna addentrarsi in profondità nell'umbra e trovare una potente entita spirituale che nei miei giorni da mortale chiamavo angelo

07 febbraio 2008

14 aprile 2004: le Trombe di Gerico

Il 14 aprile 2004 è una data destinata a rimanere impressa nella memoria di tutto il pianeta, unita a tante altre dalla tragedia comune che attraversa la storia umana.
Non sono solo gli americani a tremare di fronte a quella data, che ricorda loro un dramma secondo solo all’11 settembre del 2001: il mondo intero ricorda le dirette CNN da Chicago, la confusione delle prime ore, il fumo che si addensava sopra la città, partendo dal suo cuore, ferito e sbranato da attentatori rimasti per sempre senza nome e senza punizione.

La Union Station bruciava e fumava nell’aria della notte, mentre le nubi figlie della distruzione si alzavano nel cielo e ricoprivano l’alba del 15 aprile di uno spettrale rosso, polveroso e sanguinolento. Nessuno a Chicago avrebbe dimenticato la sorde vibrazione, il rombo cupo, il frastuono che ne è seguito, i vetri in pezzi.
Le grida, le urla nella notte, le folli corse di ambulanze, vigili del fuoco, poliziotti, medici, comuni cittadini.Union Station era stata squassata, al suo posto macerie implose e divorate dal fuoco, resistente e caparbio, che divorava corpi e anime.
Nessuna rivendicazione, nessuna indagine a buon fine.
Solo morte, dolore, una ferita aperta nel cuore della città.

Un’altra guerra.p>

Questa guerra era già persa e molti di quelli che abitavano a Chicago e sapevano guardare oltre il velo dell’apparenza se ne resero conto quella sera.
Un singolo istante aveva distrutto una tribù intera: le fiamme bruciavano nell’Ombra più che tra gli uomini, ardendo la città e segnando con una cicatrice spirituale l’intera area. Lo spirito del Grande Incendio e le sue fiamme eterne sono frutto delle passioni degli uomini, della loro memoria, del loro dolore; le fiamme che arsero Chicago e la Union Station quella notte erano il prodotto alterato dei riti bestiali consumati da una confraternita di adepti oscuri, quale che fosse la loro origine.
Union Station e i Padroni del Ferro erano stati cancellati dal volto sofferente della città e al loro posto giacevano rovine fumanti.
Le società soprannaturali di Chicago si trovavano nella stessa condizione.
Sballottate, intimidite dagli eventi e dal coraggio del Nemico, i singoli pensavano prima alla loro sopravvivenza e poi alla guerra che avanzava attorno a loro. La follia dei loro avversari si era chiaramente mostrata quella notte: non si sarebbero tirati indietro di fronte a nulla, avrebbero ucciso, massacrato, portato il duello in guerra aperte su ogni fronte.
I comuni mortali sarebbero stati la loro carne da macello, piccole croci su un bilancio che contava già troppe vittime.

Diversi vampiri fedeli al vecchio principe videro l’alba in quei giorni, o incapparono in misteriosi incendi, frutto della devastazione dell’attentato alla Union Station. I sopravvissuti cedettero al vincitore, chinando il capo per sopravvivere; oppure si nascosero, facendo attenzione e non farsi rintracciare e vivendo degli scarti della loro società, predatori braccati e sicuramente in svantaggio numerico. Il Circolo della Megera, più crudele di quanto ci si sarebbe mai aspettato, strinse l’artiglio e le zanne su Chicago, facendola precipitare nei mesi più bui della sua storia recente.

Le tribù della Luna accusarono il colpo: un’intera tribù era stata cancellata dalla città. I pochi reduci erano uratha che non amavano cacciare nella società, oppure giovani assenti quella sera. Due soli sopravvissuti all’esplosione furono rintracciati, entrambi decisamente fortunati. L’esplosione aveva divorato l’Ombra tanto quanto il mondo materiale, nessuno avrebbe potuto salvarsi a questa combinazione di fattori. Le altre tribù si osservarono da distante, confabularono con gli spiriti, attesero segni e ancora parlarono. Nessuno voleva incontrarsi di nuovo, la paranoia era nell’aria. E, giorno dopo giorno, altri cacciatori cadevano, altri territori venivano sottratti e nuovi branchi prendevano il posto dei vecchi, dilaniati dai dubbi, dal terrore e dai tradimenti. I figli della Luna e i Puri, lentamente, si ritirarono dal centro, poi dai suburbi: come un’emorragia lenta, dolora e inarrestabile, cedettero il posto a chi aveva fatto strage dei loro fratelli.

Il Consilium non tornò a riunirsi. Il gerarca in esilio si stabilì a Waterloo, meditando una rivincita e consapevole che, probabilmente, non l’avrebbe mai vista.
Gli ordini non indissero Caicos: si dispersero. Uno dopo l’altro, i singoli membri scelsero tra la sopravvivenza personale, la fedeltà agli ideali atlanti tedi e la permanenza in città. Molti lasciarono Chicago, altri passarono tra le fila dei Veggenti, altri semplicemente si allearono. Qualche sognatore, e il Libero Concilio ne produsse numerosi, si diede alla macchia e alla resistenza. Cacciati, braccati e isolati, gli alteratori non erano più un pericolo per i nuovi poteri che si stavano spartendo Chicago come un bambino prepotente si sarebbe appropriato della bicicletta del secchione con gli occhiali, per poi cedere un pezzo a ciascun bullo di quartiere.

La Chicago di tutti i giorni era crollata a pezzi, una nuova, oscura, cupa e più pericolosa, stava sorgendo all’orizzonte. Cosa ne sarebbe rimasto alla prossima alba?

28 gennaio 2008

Giornata troppo alternativa

Non credo in vita mia di aver subito tanti sballottamenti come di questi tempi. Non ho più il fisico per certe cose.. sopperisco con l' Arcana Vita. Siamo i un posto extra dimensionale sospesi tra umbra e realtà, un enorme spirito, con tentacoli multi colore e dentati proverà a ucciderci.
Ma andiamo con ordine. Il luogo di convergenza mistica è a noi vicino, veniamo attaccati da una creatura che ricorda i più classi dei fantasmi e degli spettri. Lo abbattiamo con facilità. La padronanza dei nostri "poteri" ci rende vita semplice.
Il risveglio non voluto del Mozzo Tonks è un fatto degno di giubilo. Il mio metodo non proprio socratico gli ha salvato la vita, restituendogli anche la visione della Torre. Tutto il resto è un assurdo e imponderato uso di magia.. sono pentito delle decisioni prese a posteriori ma forse al momento però non vedevo altre alternative. Vero anche (rimanga tra noi), che ho di proposito spinto la mia manifestazione oltre il mio limite, volevo vedere cosa potevo fare. Troppo sono rimasto nell'ombra, voglio recuperare.
A Chicago è caduto il Consilium per mano dei "Veggenti del Trono". La mia priorità è rimettere le cose al oro posto.